Milan e Inter, nuovi tesori d'oriente

Il Milan e l'Inter avranno molto probabilmente una proprietà cinese la prossima stagione. Manca l'ufficialità, ma l'affare Thohir- Suning è in dirittura d'arrivo: la dirigenza è già in Cina e l'annuncio è atteso per lunedì. Suning è un colosso commerciale di Nanchino del settore elettronico, che ha alla guida Jindong Zhang, 403° al mondo nella denuncia dei redditi. Ha un patrimonio personale intorno ai 4 miliardi e con l'acquisto dello Jiangsu Suning ha già "debuttato" nel gioco calcio.
La trattativa lampo riguarderà la cessione del 70% delle quote dell'Internazionale Milano Football Club, quindi, oltre alle quote di Thohir, anche il 20% di Massimo Moratti verrà venduto. Ed è proprio questo ciò che scuote maggiormente i vecchi tifosi nostalgici, pieni di ricordi e suggestioni, o anche i più giovani dal temperamento romantico. Dopo decenni L'Inter e la famiglia Moratti si slegano (forse definitivamente) per favorire l'avanzata di potenti stranieri che nulla sanno della nostra storia, della nostra cultura, di cosa significhi calcio per un paese come il nostro e per una città come Milano.
Già, Milano intera, perchè anche l'altro simbolo della città calcistica, Silvio Berlusconi, sta lasciando le redini del suo amato Milan ad una cordata di investitori cinesi. In questo caso la trattativa è più lenta perchè il presidente vuole a tutti i costi essere sicuro sulle buone intenzioni degli acquirenti prima di vendere. Come ultimo gesto d'amore includerà una clausola che obbligherà la proprietà ventura a investire ogni anno ingenti risorse per riportare il milan ai fasti che ha vissuto per decenni.
Ma cosa cambierà dunque? Di società straniere già ce ne sono in Italia: la Roma per prima è stata ceduta agli americani che, per quanto lontani potessero essere dal calcio, appartenevano comunque alla società occidentale, con i suoi valori; questo non ha impedito, però, timide lamentele esterofobe nei primi anni, quando ancora la Roma stentava a volare. Poi però col tempo Pallotta ha investito molto, e spesso intelligentemente, per creare una squadra che tra 3 anni è ai vertici della serie A. E, ad oggi, è più difficile trovare un tifoso giallorosso che rimpianga realmente la gestione Sensi. L'Inter di Thohir, invece, non ha portato i risultati che ci si aspettava da un potente tycoon indonesiano, e si è invece indebitata paurosamente chiudendo in netto deficit tre annate consecutive.
Questi cinesi sembrano sapere di cosa ha bisogno a livello strutturale una società come il Milan o l'Inter. I vantaggi grazie all'esportazione del marchio in Asia sono indiscutibili, e anche sul mercato si dovrebbero avere delle risposte soddisfacienti. E il discorso di Zhang è abbastanza chiaro: "L’ingresso di Suning nel calcio è stato effettuato sulla base di due considerazioni: la prima è che il calcio vanta tantissimi appassionati, e Suning cerca sempre gruppi di potenziali consumatori in base alle possibilità offerte dal mercato. Poi, lo sviluppo del calcio può migliorare la coesione sociale. Lo sviluppo del calcio può essere definito una responsabilità sociale. Se riusciamo a costruire in Europa una relazione forte con club e grandi giocatori, credo che il nostro brand riuscirà a penetrare nel sistema europeo. Per lo sviluppo del nostro settore potrebbe essere utile".
Anche se manca l'esperienza del campo, i buoni propositi ci sono tutti; sono in tanti favorevoli a queste operazioni (che siano dirigenti, ex calciatori o semplici supporters). Eppure c'è una schiera considerevole che vede l'ingresso sempre più invasivo di queste proprietà straniere come un sacrilegio, un affronto alla sacra tradizione sportiva che in Italia ha radici profondissime; invece queste persone vedono nel nostro calcio un investimento, un mercato da conquistare, non una vera passione.
C'è ancora qualcuno che pensa al presidente di una società come un vero tifoso, un appassionato, una persona che malgrado la ricchezza si sente ancora come un bimbo quando la sua squadra segna nel derby, o che non riesce a cedere quando gli offrono cifre spaventose per il gioiellino della squadra. C'è chi pensa al presidente come il signore che tutte le domeniche va allo stadio, che si indispettisce ai microfoni dopo una sconfitta, o che si indebita fino al collo pur di vincere lo scudetto.
C'è chi pensa a Cragnotti, a Sensi, ad Agnelli a Viola. C'è chi pensa che Milan e Berlusconi siano una cosa sola, e lo stesso dell'Inter e di Moratti.
C'è chi spera, chi sogna, chi ricorda con nostalgia; ma l'unica cosa che conta è che si accendano ancora le luci a San Siro.

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