Vista per voi
Anche nella finale di coppa Italia si conferma la regola empirica, ma quanto mai esatta, della Juve che quando perde poi reagisce furiosamente e sbaraglia l'avversaria di turno. Se viene criticata la squadra di Allegri risponde subito con una prestazione che ristabilisce il netto predominio in Italia e spegne i malumori e fa muro contro i venti contrari.
Viene confermata l'ulteriore evoluzione del 4-2-3-1 tra i bianconeri con Dani Alves tornante di destra, abile in attacco e presente in difesa(protetto comunque dalla sicurezza Barzagli) e la coppia centrale composta da Marchisio e Rincon in assenza di Khedira e Pjanic. Tra i biancocelesti lo spartito tattico non si discosta molto dal derby vinto sia in campionato che in coppa: Immobile a lottare contro la difesa avversaria, Keita a girargli attorno e i centrocampisti, soprattutto Milinkovic, deputati all'inserimento senza palla. Un approccio alla gara che sembra pagare in apertura, visto che la prima occasione è di marca laziale con Keita che trova lo spazio per il tiro che si scontra però con il palo, con un Neto non attentissimo. La risposta della Juve non è da meno con Higuain che calcia potente, ma centrale da fuori area.
Ma soprattutto con l'asse formata dagli esterni: al 13' galoppata di Alex Sandro che mette in area un pallone delizioso per Dani Alves che scaraventa in rete con una pregevole volèe. Il gol scuote ancor di più i torinesi che arrivano al limite dell'area con maggiore facilità, forti della loro maggiore qualità. In particolare Strakosha è costretto a un difficile doppio intervento prima su Dybala dal limite dell'area e poi su Higuain da pochi passi. Per Inzaghi piove sul bagnato perché perde Parolo per infortunio(viene rilevato da Lulic) e perché poco dopo arriva il raddoppio avversario. Sul calcio d'angolo, saltano le marcature e la sponda di Alex Sandro trova Bonucci appostato al centro della porta e libero di segnare. Per la Lazio è il momento più difficile: la squadra si allunga, il centrocampo si sfalda e per la Juve è facile trovare spazi fra le linee e far girare palla per arrivare all'intervallo sul doppio vantaggio. Nella ripresa Inzaghi si gioca immediatamente la carta Anderson al posto di Bastos. E la scelta frutta, visto che il brasiliano trova l'angolino, ma Neto è prodigioso nell'allungare in calcio d'angolo. E poco dopo diventa anche assistman per Immobile che vince il contrasto con Barzagli, ma trova il palo dopo il riflesso ancora di Neto. I biancocelesti prendono coraggio con questa doppia occasione e si portano in avanti con più continuità ed efficacia. Si aprono spazi invitanti per il contropiede juventino che però non vengono a più riprese sfruttati da Higuain e Mandzukic. Le ultime fiammate Lazio sono nel quarto d'ora finale: Immobile ci prova diverse volte, approfittando di un generalizzato calo di concentrazione nella retroguardia avversaria, ma gli manca sempre il controllo finale; anche Keita sotto porta è poco lucido e così la Juve può alla fine festeggiare il primo trofeo stagionale. Ancora una volta mette in risalto la qualità superiore della sua rosa in campo italiano: a livello nazionale, nessuno può competere con la vecchia signora. Allegri ha schierato i migliori che non lo hanno deluso: Dani Alves si è dimostrato decisivo(come gli accade spesso nelle finali) e la difesa ancora una volta ha retto senza subire gol.
Viene confermata l'ulteriore evoluzione del 4-2-3-1 tra i bianconeri con Dani Alves tornante di destra, abile in attacco e presente in difesa(protetto comunque dalla sicurezza Barzagli) e la coppia centrale composta da Marchisio e Rincon in assenza di Khedira e Pjanic. Tra i biancocelesti lo spartito tattico non si discosta molto dal derby vinto sia in campionato che in coppa: Immobile a lottare contro la difesa avversaria, Keita a girargli attorno e i centrocampisti, soprattutto Milinkovic, deputati all'inserimento senza palla. Un approccio alla gara che sembra pagare in apertura, visto che la prima occasione è di marca laziale con Keita che trova lo spazio per il tiro che si scontra però con il palo, con un Neto non attentissimo. La risposta della Juve non è da meno con Higuain che calcia potente, ma centrale da fuori area.
Ma soprattutto con l'asse formata dagli esterni: al 13' galoppata di Alex Sandro che mette in area un pallone delizioso per Dani Alves che scaraventa in rete con una pregevole volèe. Il gol scuote ancor di più i torinesi che arrivano al limite dell'area con maggiore facilità, forti della loro maggiore qualità. In particolare Strakosha è costretto a un difficile doppio intervento prima su Dybala dal limite dell'area e poi su Higuain da pochi passi. Per Inzaghi piove sul bagnato perché perde Parolo per infortunio(viene rilevato da Lulic) e perché poco dopo arriva il raddoppio avversario. Sul calcio d'angolo, saltano le marcature e la sponda di Alex Sandro trova Bonucci appostato al centro della porta e libero di segnare. Per la Lazio è il momento più difficile: la squadra si allunga, il centrocampo si sfalda e per la Juve è facile trovare spazi fra le linee e far girare palla per arrivare all'intervallo sul doppio vantaggio. Nella ripresa Inzaghi si gioca immediatamente la carta Anderson al posto di Bastos. E la scelta frutta, visto che il brasiliano trova l'angolino, ma Neto è prodigioso nell'allungare in calcio d'angolo. E poco dopo diventa anche assistman per Immobile che vince il contrasto con Barzagli, ma trova il palo dopo il riflesso ancora di Neto. I biancocelesti prendono coraggio con questa doppia occasione e si portano in avanti con più continuità ed efficacia. Si aprono spazi invitanti per il contropiede juventino che però non vengono a più riprese sfruttati da Higuain e Mandzukic. Le ultime fiammate Lazio sono nel quarto d'ora finale: Immobile ci prova diverse volte, approfittando di un generalizzato calo di concentrazione nella retroguardia avversaria, ma gli manca sempre il controllo finale; anche Keita sotto porta è poco lucido e così la Juve può alla fine festeggiare il primo trofeo stagionale. Ancora una volta mette in risalto la qualità superiore della sua rosa in campo italiano: a livello nazionale, nessuno può competere con la vecchia signora. Allegri ha schierato i migliori che non lo hanno deluso: Dani Alves si è dimostrato decisivo(come gli accade spesso nelle finali) e la difesa ancora una volta ha retto senza subire gol.
La Lazio però è stata ben lungi dal fare lo sparring partner: Inzaghi ha dovuto rinunciare molto presto a Parolo, ma non ha cambiato gioco; i biancocelesti hanno pagato la parte centrale del primo tempo dove sono stati molli e disuniti e là la Juve ha attaccato per chiudere la gara. La Lazio si è dimostrata in questa stagione una squadra con ottime potenzialità che l'anno prossimo dovrà attrezzarsi meglio per l'Europa mantenendo però la sua solida base.5 - Dani Alves ha partecipato attivamente a 5 gol nelle ultime 5 gare ufficiali con la Juventus (3 reti, 2 assist). Fondamentale. #JuveLazio— OptaPaolo (@OptaPaolo) 17 maggio 2017
Tabellino e pagelle
Juventus 2-0 Lazio: 13' Dani Alves, 25' Bonucci
Juventus(3-4-2-1): Neto 6,5; Barzagli 6,5, Bonucci 7, Chiellini 6,5; Dani Alves 7,5, Marchisio 6,5, Rincon 6, Alex Sandro 7; Dybala 6,5, Mandzukic 6; Higuain 6; Allegri 7
Lazio(3-5-2): Strakosha 7; Bastos 5,5(53' Felipe Anderson 6,5), De Vrij 5(69'Luis Alberto 6), Wallace 5; Basta 6, Parolo s.v.(21' Radu 5,5), Biglia 6, Milinkovic 5,5, Lulic 6; Immobile 5,5, Keita 6,5; Inzaghi 6,5
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