Finalmente è ufficiale: firmando un contratto triennale ieri pomeriggio, Josè Mourinho è diventato il nuovo allenatore del Manchester United. L'annuncio è di stamane, e le cifre dovrebbero aggirarsi intorno ai 13 milioni a stagione; l'accordo prevede in oltre un opzione fino al 2020. Un sogno che diventa realtà per il portoghese
che da tempo desiderava di prendere la difficile eredità di Sir Alex, che in questi tre anni è stata quasi una maledizione (l'unico trofeo nel post-Ferguson, se escludiamo la Supercoppa del 2013, è l'FA Cup di sabato scorso). Josè ha sempre speso parole al miele per il club, anche da avversario, e ora che ha raggiunto il suo obiettivo non può che essere soddisfatto: "Penso di essere arrivato qui nel momento migliore della carriera perché per arrivare qui devi essere davvero preparato. Questo è uno di quelli che io chiamo «club giganti» e i «club giganti» sono per i migliori allenatori. Penso di essere pronto, posso dire di essere felice, onorato, orgoglioso ma la realtà è che quello che mi piace di più è lavorare e non vedo l’ora di scendere in campo il 7 luglio".
Concentrazione già al massimo dunque per lo special One; la situazione dei Red Devils, infatti, non è così sfolgorante: fuori dall'europa che conta, la squadra ha deluso molto i tifosi abituati a ben altre soddisfazioni: "Possiamo guardare al Manchester United da due prospettive,-sottolinea il portoghese- o considerando solo agli ultimi 3 anni o considerando tutta la sua storia. Io voglio dimenticare gli ultimi anni e concentrami sulla grandezza della società che ho nelle mie mani. Voglio vincere, ma tifosi e giocatori devono sapere che lo dico perché questo può succedere, non tanto per dire. Darò quello che ho e anche quello non ho: darò tutto per andare nella direzione che vogliamo. I tifosi? C'è sempre stata grande empatia e questo a volte mi ha spinto a dire cose che il mio club non ha gradito: quando il Real vinse all'Old Trafford dissi che la squadra migliore aveva perso. Al Real non furono molto contenti..."che da tempo desiderava di prendere la difficile eredità di Sir Alex, che in questi tre anni è stata quasi una maledizione (l'unico trofeo nel post-Ferguson, se escludiamo la Supercoppa del 2013, è l'FA Cup di sabato scorso). Josè ha sempre speso parole al miele per il club, anche da avversario, e ora che ha raggiunto il suo obiettivo non può che essere soddisfatto: "Penso di essere arrivato qui nel momento migliore della carriera perché per arrivare qui devi essere davvero preparato. Questo è uno di quelli che io chiamo «club giganti» e i «club giganti» sono per i migliori allenatori. Penso di essere pronto, posso dire di essere felice, onorato, orgoglioso ma la realtà è che quello che mi piace di più è lavorare e non vedo l’ora di scendere in campo il 7 luglio".
A cura di Gabriele Santese
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