Champions League, Napoli sogna per un tempo, Sergio Ramos la riporta sulla terra

Vista per voi

Comunque rimarrà una serata che difficilmente Napoli e i napoletani dimenticheranno. Una serata e un pomeriggio per i tanti accorsi tra le 4:30 e le 5 al San Paolo per cominciare a cantare e a scaldare l'atmosfera.

Uno scenario da sogno e un'aria che sembrava magica: con le brezza che metteva le ali ai ragazzi di Sarri e che invece frenava quelli di Zidane. Infatti i campioni d'Europa all'inizio sono quasi impauriti di fronte al boato dello stadio a ogni tocco azzurro e di fronte al pressing partenopeo che consente a Hamsik e compagni di recuperare palla e giocarla con intelligenza. Sorprendono i tanti palloni buttati in avanti dai blancos imprecisi. Ronaldo e Benzema non toccano palla, al rientrante Bale ne arriva qualcuna in più. Ma è dall'altra parte del campo che si crea e si sviluppa il gioco. Il fraseggio degli uomini di Sarri è continuo e instancabile; Insigne e Hamsik trovano spazi interessanti fra le linee, ma le loro conclusioni sono fiacche. Manca soprattutto qualcuno che sfrutti la mole di gioco prodotta sulle fasce che non si concretizza mai in un cross, per ovvi motivi.
Ma poco dopo il ventesimo ecco il varco giusto: azione di prima con palla che passa per i piedi di Insigne e Hamsik prima di giungere a Mertens che segna con un preciso diagonale. Il San Paolo ci crede, ma il Real appena ha spazio coglie un palo clamoroso con Ronaldo che aveva anche aggirato Pepe Reina. Sembra un autentico miracolo voluto da forze soprannaturali che però sospingono sul montante anche la conclusione di uno scatenato Mertens che fa strozzare in gola l'urlo di tutti i tifosi. Tanti applausi alla fine del primo tempo, altrettanti a inizio ripresa, dove il Napoli regala ancora grandi giocate, ma non riesce a incidere. Chi colpisce nello spazio di 6 minuti è invece Sergio Ramos che su due calci d'angolo realizza un uno-due che cambia la storia del match, della qualificazione e della stagione sia azzurra sia blanca. Il centrale spagnolo è terzo per numero di marcature dopo Ronaldo e Bale in stagione e si conferma cecchino quasi infallibile in area di rigore. Servirebbero ben 4 gol ai partenopei che calano psicologicamente com'è ovvio e lasciano campo ai più abili avversari. Mertens però non si arrende fino alla fine, lo stesso fa Hamsik e il subentrato Milik. Chi chiude però la contesa è l'ex bianconero Morata che sfrutta una respinta corta di Reina su Ronaldo e firma l'immeritato 1-3. Il San Paolo non può però far altro che cantare a squarciagola per i propri beniamini che si sono battuti e sono usciti a testa altissima dal doppio confronto con i campioni d'Europa. In Italia come in Spagna a fare la differenza sono stati i fuoriclasse. Quelli che hanno confezionato 3 gol al Bernabeu, quelli che ne hanno fatti 3 anche a Napoli. Sempre in rimonta. Anche dopo un primo tempo di assoluta sofferenza. Una lezione da cui prendere appunti per il futuro. Perché la storia europea del Napoli non può e non deve finire qui: la squadra, se non si disunirà, può puntare in alto.

Tabellino

Napoli 1-3 Real Madrid: 24' Mertens, 52'-57' Ramos, 91' Morata

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