Chiesa al centro del villaggio

Quest'estate alla notizia del figlio di Enrico Chiesa aggregato alla prima squadra era scappato un sorriso solamente ai più nostalgici, e un ghigno malinconico a chi, ragazzo, aveva ammirato le gesta del padre e si accorgeva solo un quel momento del tempo che era passato come se di colpo fosse invecchiato di quindici anni.

Qualche sguardo curioso in più invece Federico Chiesa lo aveva attirato il venti agosto quando Paulo Sousa per sopperire all'assenza di Borja Valero lo aveva lanciato da titolare nella prima di campionato a Torino. Un esordio promettente, durato però solo un tempo. Una premessa di quello che sarebbe accaduto dopo. Non subito perché Chiesa ci ha messo un po a ritrovare il campo: una nuova occasione da titolare l'ha avuta nella vittoria contro il Sassuolo in casa, datata 12 dicembre. Ma la svolta è arrivata nel turno prenatalizio, quando, con il lanciato Napoli che arrivava al Franchi, l'allenatore gigliato decide di mettere Chiesa titolare. E in una partita così importante lo adatta al ruolo di tornante: quello che l'anno scorso era di un altro Federico, Bernardeschi, ora sulla trequarti. L'esperimento convince tutti e addirittura a inizio secondo tempo Reina deve impegnarsi per bloccare a terra una conclusione del giovane figlio d'arte che dopo un prezioso spunto sulla fascia era riuscito ad entrare in area di rigore. E il 2017 comincia su questa falsariga. Anzi in maniera ancora migliore. Perché a Firenze il 15 gennaio arriva la Juventus. Anche questa volta Chiesa parte dall'inizio, nella sua nuova posizione, ed è un fattore determinante. Sulla corsia destra costringe Alex Sandro a rimanere sulla difensiva e in avanti punge: arriva al tiro, con un'azione simile a quella contro il Napoli, serve un assist a Kalinic che il croato spreca, ma soprattutto è decisivo quando, al 54', inganna Buffon con il suo mancato tocco sul lancio profondo di Badelj.
All'inizio gli viene assegnato anche il gol, che gli sarà tolto solo dalla moviola. Però rimane la gran serata. E la prima marcatura in serie A non tarda ad arrivare: appena la settimana dopo a Verona Sousa non esita a confermarlo. E lui non esita a confermarsi la vera novità del nuovo anno viola. Nel secondo tempo, sul risultato di 0-1 per la Fiorentina, raccoglie una respinta su calcio d'angolo e d'astuzia si guadagna un rigore che vale il raddoppio. Ma soprattutto nel recupero su un contropiede orchestrato da Vecino, mette dentro il pallone del 3-0 e la sua prima marcatura in serie A. Ormai Chiesa si è stappato e anche il Genoa ne fa le spese il weekend successivo. Iniziato da poco il secondo tempo con la viola in vantaggio, il nostro riceve palla da Kalinic e finta il tiro per disorientare il diretto marcatore e poi rapidamente scarica un destro potente e angolato sul quale Lamanna non può nulla. Velocità, spirito di sacrificio e gran tiro in porta: queste le qualità principali del ragazzo che ne motivano la rapida ascesa. La sua parabola è simile a quella di Bernardeschi l'anno scorso. E infatti i due condividono ruolo e duttilità tattica. La scorsa stagione era infatti l'attuale numero 10 a ricoprire di preferenza tutto l'out destro con libertà di accentrarsi e andare al tiro. Quest'anno invece Sousa dopo averci riflettuto a lungo ha deciso di arretrare l'ultimo arrivato. Ma i due sono praticamente interscambiabili nel ruolo.
La dedizione alla fase difensiva consente loro di ripiegare con qualità e di non far sbilanciare la squadra. Averli contemporaneamente permette di avere un binario sulla fascia destra impervio per gli avversari, porto sicuro per i compagni. Presente e futuro della Fiorentina che ha Chiesa al centro del villaggio.

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