Le grandi sfide della serie A: a Firenze l'ultima di Maldini e Kakà

31/05/2009 Fiorentina 0-2 Milan

Siamo al tramonto del campionato 2008/2009. L'Inter è ormai campione d'Italia già da qualche turno e la Juventus ha conquistato la seconda piazza. Le posizioni sono abbastanza consolidate, ma a Firenze si gioca una partita ben più significativa. 


Al di là del valore della gara in sé tra Fiorentina e Milan(i viola vincendo potrebbero scavalcare i rossoneri e issarsi al terzo posto evitando i preliminari di Champions League), è la fine di un'epoca: sarà l'ultima partita di Paolo Maldini. Uno dei più grandi giocatori italiani, forse il più straordinario per trofei vinti e longevità agonistica. Ma non solo lui è al centro dell'attenzione. Anche Ancelotti ha annunciato il suo addio alla società meneghina(andrà ad allenare il Chelsea, al suo posto verrà Leonardo presente in tribuna a fianco di Galliani) e Kakà è l'oggetto del desiderio neanche troppo nascosto di Florentino Perez, neo presidente del Real Madrid. C'è l'atmosfera malinconica dell'ultimo giorno di scuola. Ma la partita è molto gradevole. E i padroni di casa non vogliono semplicemente concedere una passerella d'onore alle bandiere avversarie. Gilardino sfiora a più riprese il gol e anzi invoca a gran voce la concessione di un calcio di rigore. Nel secondo tempo però il Milan passa: cross di Zambrotta sulla destra e respinta di Gamberini sui piedi di Kakà che insacca di piatto.
Sarà l'ultimo gol in maglia rossonera prima di andare in Spagna quell'estate(da dove tornerà, ma senza troppo successo, nel 2013). Proprio a Firenze, città d'arte dai gusti colti e raffinatissimi che lo avrebbe amato sicuramente con il suo incedere elegante e sicuro. E poco dopo sigilla la partita Pato, imbeccato ancora da Kakà con un delizioso pallonetto a superare Frey. Ora gli occhi sono tutti verso Maldini. Il Milan ha già esaurito i tre cambi, ma poco importa. Ancelotti vuole concedere la meritata standing ovation al campione di mille battaglie, al giocatore che ha guidato la difesa rossonera prima da braccio destro di Baresi e poi con la fascia da capitano al braccio; venticinque anni di attività ai più alti livelli, forse col solo rimpianto di non aver ottenuto di più in nazionale, lasciata dopo la delusione mondiale nel 2002(e forse chissà, nel 2006 sarebbe ancora potuto essere convocato...). Applausi da tutto lo stadio che lo saluta così sommergendo anche quei fischi inspiegabili che avevano inquinato il suo saluto a San Siro. Da quel giorno non è più entrato nel Milan con nessun ruolo. Veramente molto strano. Le bandiere non servono solo ad essere sventolate, ma anche per coprirsi, per proteggersi, per prendere coraggio. E Maldini, avrebbe potuto farlo.


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