Koulibaly e quel rispetto che non va più di moda



Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Questo hanno rappresentato le parole di Koulibaly, difensore del Napoli, pochi giorni fa all'Equipe. Il centrale belga ha dichiarato, infatti, che la dirigenza non si sarebbe più fatta sentire sulla questione rinnovo, che dopo l'annata importante avrebbe ricevuto diverse offerte da grandi club europei e che potrebbe quindi approdare in altri lidi dove le prospettive economiche e le opportunità di vittoria sarebbero più favorevoli.


 E l'effetto di un fulmine hanno avuto anche sui tifosi partenopei che sono rimasti scioccati e che ora sono divisi tra il risentimento per questa mancanza di rispetto e la preoccupazione che Koulibaly se ne vada. Timori giustificati, perché è stato uno dei migliori giocatori del campionato, così come è normale l'interessamento di grandi squadre attratte dalle qualità fisiche e dalla giovane età del ragazzo. C'è però un punto dell'intervista sul quale è bene fare chiarezza: perché mai il presidente De Laurentiis avrebbe dovuto incontrarlo per rinegoziare l'accordo? Il contratto è valido ancora per altri 3 anni e non ci sarebbe motivo di discuterne ora. Sappiamo anche che il Napoli molte volte si è dimostrato fin troppo rigido su questioni contrattuali(in particolare sui diritti d'immagine, scoglio su cui si sono arenate alcune trattative, per esempio quella di Astori) e si è arrivati anche a spiacevoli bracci di ferro con il tesserato; ma qui il punto è un altro. La pratica, purtroppo comune, è quella di considerare il contratto passibile di continue revisioni e ritocchi, ovviamente verso l'alto, sullo stipendio. E se Koulibaly quest'anno ha disputato una stagione da incorniciare, è pur vero che l'annata precedente era stata mediocre e insufficiente. Gli era stata data nuovamente fiducia che lui ha saputo ripagare. Ma, bando alla gratitudine, evidentemente anacronistica, i procuratori sfruttano le offerte che arrivano da club più ricchi per forzare la resistenza della società di appartenenza. O il contratto viene rivisto e aumentato lo stipendio, o il giocatore deve essere ceduto: altrimenti tedio e sconforto lo abbatteranno. L'arma è a doppio taglio e letale in un mondo dove ormai la pecunia vale più della fiducia e dove il rispetto non è più di moda

Commenti