Coppa Italia, il regalo d'addio di Morata

Sarà che quando sente aria di sfide importanti si scatena, ma Morata anche questa volta ha fatto centro in finale. Al momento del suo ingresso in campo, al'108 al posto di Hernanes, più di qualche tifoso bianconero ha pensato che fosse una mossa tardiva per cambiare la partita. E invece mai scelta fu più tempestiva: al 110' gran contropiede bianconero e zampata dell'attaccante spagnolo che manda la palla nell'angolo irrggiungibile per Donnarumma. e così anche una Juve non brillante e in difficoltà per alcuni tratti della partita, riesce a portarsi in vantaggio e vincere così la coppa.
Ancora una volta Allegri pesca dalla panchina, e non viene deluso. Il mister livornese ha sempre posto l'accento sull'importanza dei giocatori che subentrano e la sua filosofia porta grandi frutti: oltre alle innumerevoli volte in campionato che un giocatore entrato a partita in corso dà una scossa positiva alla squadra(Cuadrado, Zaza e lo stesso Morata) c'è una curiosità. Nelle due finali vinte infatti, il gol decisivo è giunto da un attaccante che non partiva titolare: l'anno scorso fu la volta di Matri, questa volta è stato il turno di Morata. Questa è la vera ricchezza dei campioni d'Italia, che unita ad una mentalità vincente fa sì che ogni componente del gruppo sia importante. Un ultimo regalo, poi, del centravanti iberico che sembra sempre più destinato a tornare a Madrid in estate, per poi ripartire alla volta dell'Inghilterra, nonostante i tentativi di Marotta di trattenerlo. Dall'altra parte ennesima delusione stagionale per il Milan. I rossoneri hanno giocato bene, è vero, ma tifosi e dirigenza non devono compiere l'errore di considerare la sfida come un punto di partenza per il futuro. Il Milan, infatti, poteva e doveva vincere contro questa Juve con la spia della riserva accesa; invece nel momento in cui doveva dare l'accelerata decisiva ha palesato delle mancanze tecniche che spiegano le molte difficoltà incontrate quest'anno. L'ultimo passaggio, quello sempre determinante, è stato spesso effettuato con tempi e modalità sbagliate. La Juve si è difesa bene, e ha colpito in maniera fulminea, letale. Una considerazione dovrebbe far riflettere: le migliori prestazioni del Milan sono arrivate contro grandi squadre; contro il Napoli al San Paolo, contro la Roma all'Olimpico o contro la Juve a San Siro. Ma in ogni caso non è stata portata a casa l'intera posta in palio, per imprecisione negli ultimi metri. La grinta tirata fuori occasionalmente non basta, serve qualità che al momento i rossoneri non hanno, o non sembrano mostrare. E prendere coscienza di ciò, è il primo passo per far partire la rifondzione.
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