Barcellona, con la coppa è doblete, ma resta il rammarico

Si è conclusa ieri la stagione del Barcellona. Al Calderon, la scorsa notte, gli uomini di Luis Enrique si sono aggiudicati la finale della Copa del Rey imponendosi sul Siviglia 2-0 nei supplementari. Non una delle partite più entusiasmanti dell'anno, ma una finale comunque di spessore che ha visto fronteggiarsi i campioni di Spagna contro gli andalusi detentori dell'Europa League.
E infatti la squadra di Emery ha dato filo da torcere ai Blaugrana, strappando addirittura il primato sul possesso palla. I catalani, in 10 dal primo tempo, hanno impiegato più del previsto per stendere l'avversario con l'uno-due firmato Jordi Alba e Neymar. Un successo che vuol dire doblete: e se per una qualunque squadra sarebbe un risultato meraviglioso, vista la forza spaventosa di questo Barcellona, la coppa e la Liga non possono cancellare il rammarico di essere usciti ai quarti di Champions League contro i Colchoneros. Non è opinione solo di che scrive che questa squadra avrebbe avuto grandi possibilità di vincere la coppa dalle grandi orecchie anche questa stagione; se è innegabile l'enorme forza fisica e mentale che Simeone ha dato all'Atletico, la differenza tecnica tra le due rose ha reso stupefacente l'esito della doppia sfida.
A ben vedere, il Barcellona ha pagato a caro prezzo un periodo nero di circa un mese trascorso tra marzo e aprile durante il quale la squadra si è temporaneamente persa: già il 20 Marzo il pareggio esterno col Villareal è una prima avvisaglia, ma è nel successivo turno di Liga che inizia la vera crisi per mano di un Real corsaro che espugna il Camp Nou. Il campionato si riapre clamorosamente con le successive sconfitte in casa della Real Sociedad e col Valencia, che permettono all'Atletico di affiancarsi in vetta. In mezzo, l'eliminazione dalla Champions che colpisce l'orgoglio dei campioni nel profondo, i quali riusciranno successivamente a ristabilizzarsi portando a casa i trofei nazionali. Un lieto fine che non rende meno agrodolce la stagione del Barça; tanto più vista la finale tutta madrilena di sabato prossimo.
E' comunque impossibile dare troppe colpe ad una squadra che da anni domina la scena mondiale e ad un allenatore che (bistrattato in Italia) in due anni ha vinto più di quanto tanti suoi colleghi possono sognare.
A cura di Gabriele Santese
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